Io non mi occupo di personal branding, di marketing ne di web e social media; ma certamente, nel mio lavoro, la comunicazione è davvero importante.

Come facciamo ad ottenere credito e fiducia con i nostri interlocutori umani o equini? Come facciamo a raccontare quello che siamo, quello che facciamo, quello a cui ambiamo e quello che desideriamo in modo chiaro ed efficace senza rischiare che le etichette che abitualmente ci mettiamo reciprocamente addosso interferiscano? Quello è uno squalo, la mia parrucchiera è una iena, sei proprio un pagliaccio…

Mi capita spesso di riscontrare che nei processi di comunicazione è la nostra identità ad essere costantemente in gioco e spesso è il desiderio di sentire confermata la propria identità o il timore che questa possa essere minacciata che influenza pesantemente la nostra capacità di ascolto e di comprensione condizionando, di conseguenza, le nostre relazioni personali e professionali.

Comunico per il semplice fatto che esisto

La migliore sintesi dei processi di comunicazione è quella proposta dai ricercatori del Mental Research Institute di Palo Alto, California, in un’opera divenuta celebre: Pragmatica della comunicazione umana. Paul Watzlawick definisce la comunicazione un “processo di scambio di informazioni e di influenzamento reciproco che avviene in un determinato contesto”. E’ impossibile non comunicare: tutto è comunicazione, anche il silenzio, perché anche con il silenzio si comunica qualcosa.

“C’è una proprietà del comportamento che difficilmente potrebbe essere più fondamentale e proprio perché troppo ovvia viene spesso trascurata: il comportamento non ha il suo opposto. In altre parole non esiste qualcosa che sia “non comportamento” o, per dirla più semplicemente, non è possibile non avere un comportamento. Ora se si accetta che l’intero comportamento in una situazione di interazione (tra persone, esseri viventi, ecc.) ha valore di messaggio, vale a dire è comunicazione, ne consegue che comunque ci si sforzi, non si può non comunicare.” (Watzlawick P., Bravin D.D., Pragmatica della comunicazione umana, Roma, astrolabio,1971)

Quindi comunichiamo per il semplice fatto che esistiamo.

Poiché la comunicazione  non è solo un atto verbale -scritto o parlato- è fondamentale che ci sia coerenza tra quello che raccontiamo di noi, quello che realmente siamo e, last but not least, ciò che comunichiamo delle nostre intenzioni attraverso i nostri comportamenti.

Il potere dell’intenzione

Confesso che ad accendere tutte queste riflessioni in me è stato questo video stupefacente, dell’incontro insolito tra un cavallo (in natura una preda) e un branco di lupi (in natura predatori). 

 

Cavallo e lupi sono su un versante innevato della montagna; il cavallo è stranamente solo, probabilmente si è allontanato dal suo branco in cerca di cibo (potrebbe essere un esploratore); si avvicina ai lupi e si rotola a terra.

Io basita.  La mascella mi casca sul tavolo. Già mi immaginavo l’epilogo splatter e aspettavo la conclusione del video tappandomi gli occhi.

Cosa è successo sulle montagne abruzzesi quel giorno tra una preda e i suoi naturali predatori?? 

Hanno comunicato . In quel momento non era importante chi fosse una preda o un predatore.

Non voglio soffermarmi sugli aspetti etologici della comunicazione interspecifica (tra individui di specie diverse) ma è evidente che il cavallo e i lupi hanno comunicato, reciprocamente, le proprie intenzioni; comprendendo che in quello specifico momento, (non ne conosciamo i motivi o le cause) non si sarebbe attivato il naturale comportamento predatorio.

Il cavallo si avvicina a testa bassa (nel loro linguaggio è un atteggiamento pacificatorio) con un passo tranquillo, non c’è agitazione e nevrilità nei suoi movimenti; i lupi sono distesi in gruppo, condividono un momento di tranquillità e si godono il sole (forse hanno già mangiato) non estraggono ne zanne ne artigli, non minacciano in alcun modo, il loro respiro è tranquillo. Il cavallo si sdraia e si rotola con un gesto di estrema fiducia scopre il fianco al suo predatore, si rende vulnerabile. Non è incosciente, ha capito che non ci sono cattive intenzioni e si è fidato ciecamente di quello che il branco di lupi ha comunicato.

Il linguaggio del corpo è la via naturale attraverso la quale esprimiamo gli stati d’animo e può portare in contatto con le emozioni più profonde: le paure, le ansie, le gioie vengono trasmesse direttamente ai gesti della mano, ai movimenti delle gambe ai muscoli del viso. 

Il linguaggio del corpo dice la verità e spesso smentisce quello che diciamo a parole per questo è fondamentale che ci sia allineamento tra quello che comunichiamo di noi e le nostre reali intenzioni; solo così potremmo generare nei nostri interlocutori credito e fiducia.

La nostra unicità è il dono più prezioso che abbiamo

Torniamo al punto di partenza: per comunicare in modo efficace quello che siamo e le nostre intenzioni in modo da ottenere credito e fiducia dobbiamo, in prima istanza, avere le idee molto chiare e conoscerci profondamente. Evitate di comunicare qualcosa al mondo, se prima non avete la necessaria chiarezza.

Per farlo e proprio in tema di personal branding, vi sottopongo una check list proposta, nel suo blog, da Luca Propato (imprenditore, consulente e formatore nel campo del digital marketing, della comunicazione e della pubblicità online, specializzato in strategie di content marketing).

1. Scava nel profondo: Chi sei? Che vision, mission e valori hai?

2. Parti dall’interno per andare verso l’esterno: Che cosa hai da offrire? Che cosa puoi fare meglio di altri?

3. Sii realista: Quali esperienze puoi condividere con le persone per aiutarle davvero? Che cosa possono imparare gli altri dai tuoi errori?

4. Sii concreto: Perchè sei affidabile e credibile? Come dimostri che sei competente in qualcosa?

5. Sii onesto con te stesso: Chi vuoi essere in realtà? Come vuoi essere percepito dal tuo pubblico?

6. Agisci: Qual è il tuo piano per comunicare – ogni giorno – tutto questo? Sai come creare conversazioni utili e instaurare relazioni produttive?

Ecco in questo modo iniziate a conoscervi meglio e a delineare il vostro profilo; disegnate il vostro ritratto e dategli vita attraverso progetti e azioni concrete. Questi progetti parleranno per voi e racconteranno quello che siete meglio di qualsiasi parola.

Non aspettare. Non sarà mail il tempo opportuno. Inizia ovunque ti trovi, con qualsiasi mezzo possa avere a tua disposizione. I mezzi migliori li troverai lungo il cammino”. Napoleon Hill

Se oltre a questo vi interessa un allenamento serio alla comunicazione non verbale, potrete sperimentarlo con i miei cavalli, che sono in questo campo, grandi maestri. Prenotate una sessione di prova scrivendomi a miriam@horseassistedcoaching.it