Alzi la mano chi non si è mai sentito vulnerabile, esposto, sensibile. Immagino nella mia mente un lungo silenzio, sguardi bassi come di sottile imbarazzo, qualche colpo di tosse; perchè proprio a non alzare la mano quella sensazione di nudità, ricompare.

La vulnerabilità è spesso associata alla vergogna, al terrore di non valere abbastanza per essere compresi, accettati, inclusi.Questo senso di vergogna colpisce tutti e tutte le età. Primariamente i bambini che pensano di non essere abbastanza buoni, tranquilli, bravi per meritarsi le attenzioni  e l’amore dei genitori; poi gli adolescenti che non sono mai abbastanza magri, ricchi, alla moda per essere accettati e riconosciuti dal loro gruppo dei pari; quel gruppo che ha il compito fisiologico di allenarli alla vita. E in fine gli adulti che non hanno studiato abbastanza, non hanno ottenuto sufficienti successi o promozioni, non hanno saputo dimostrare di essere al passo con i tempi, veloci come il cambiamento che ci travolge nei luoghi di lavoro.

Dipendiamo completamente dal profondo e imprescindibile bisogno di meritare l’amore e il rispetto degli altri e per ottenere questo amore e questo rispetto dobbiamo, per primi, pensare di meritarlo; meritarlo nonostante tutto, meritarlo nonostante la nostra fallibilità e le nostre imperfezioni.

Le persone che pensano di meritare il rispetto, il riconoscimento e l’apprezzamento spesso lo ottengono.

Ecco l’involuzione che sta alla base della vulnerabilità: affinché il rapporto con l’altro possa esistere dobbiamo permettergli di vederci davvero, con tutto quello che di buono e meno buono abbiamo da offrire. Se ci concediamo di essere noi stessi fino in fondo, senza paura di commettere errori o passi falsi (semplicemente perché questi fanno parte naturalmente della vita) ci esponiamo certamente al dolore, alla paura, alla sofferenza, ma ci diamo molte più possibilità di far accadere le cose.

Vulnerabilità non è debolezza

“Vulnerabilità non vuol dire debolezza. Io definisco la vulnerabilità come un rischio emozionale, l’esporsi, l’incertezza. È il carburante della vita quotidiana. E sono arrivata a ritenere che la vulnerabilità è la misura più accurata del coraggio – essere vulnerabili, lasciare che gli altri ci vedano, essere onesti.” Brenè Brown

Essere vulnerabili è spaventoso a meno che tu non viva in mezzo ad un branco di cavalli. A loro le sovrastrutture non servono, non interessano. I cavalli sanno vivere con la loro vulnerabilità, hanno imparato a usarla a loro vantaggio mettendo ogni individuo al posto giusto e da loro possiamo imparare.

“I cavalli ci offrono l’opportunità di capire e sperimentare un modo più autentico di stare al mondo e interagiscono con noi rispecchiando il nostro essere più profondo. Il potere dei cavalli di percepire anche le più sottili incongruenze nell’ambiente che li circonda (potere da cui dipende la loro sopravvivenza) li mette nelle condizioni di leggere la nostra “energia” (somma di pensieri, emozioni e linguaggio del corpo) e di darci un feedback costante. I cavalli, senza alcun giudizio, rispecchiano le nostre sfide e ci mostrano gli aspetti della nostra vita in cui siamo pronti a crescere. Ci insegnano a diventare più consapevoli emotivamente, fisicamente e mentalmente.” racconta nel suo blog Alessia Giovannini Facilitatrice dei Percorsi di Consapevolezza mediati dai cavalli, mia maestra e amica.

I cavalli ci insegnano il potere della vulnerabilità, ci allenano alla sfida più grande della vita quella di esporci allo sguardo degli altri, nell’offrire i nostri doni. 

E’ solo provando che possiamo riuscire

Io mi sento vulnerabile di continuo e negli ultimi anni questa sensazione è cresciuta esponenzialmente quando ho messo in discussione completamente la mia vita professionale, quando ho dovuto abbattere per poter ricostruire. Mi è sembrato tutto un fallimento, un errore perché ho nutrito un “falso me” che era orientato a corrispondere all’altrui bisogno più che a conoscere, esplorare, crescere. Ancora oggi devo ripetermi che rimanere nel mio spazio di comfort e fare le cose nel perfezionismo illusorio, mantenendo tutto sotto controllo, con ordine e organizzazione non mi permette di andare molto lontano.

“Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo.” Massimo Gramellini

E’ questa la vita: accettare la sfida e scendere nell’arena; provare per riuscire, lasciarsi osservare profondamente, cogliere nella propria vulnerabilità il regalo di essere vivi e convincersi una volta per tutte di essere abbastanza.